Una lezione attiva è un momento di scambio, di partecipazione, di dialogo tra docente e alunni, un’occasione per conoscere, ma anche per conoscersi. La strada maestra per conseguire tale risultato, prevede come elementi centrali i metodi attivi. L’insegnante che “attiva”, sollecitando parti diverse del cervello, alza il livello di attenzione e di curiosità al conoscere, stimola il sistema nervoso e riduce i momenti in cui la sola parola monocorde produce pensieri fluttuanti e vaghi.
Stiamo parlando di interazioni dinamiche, piccole animazioni e mini role-playing, attivazioni del corpo, cooperative learning, tutte tecniche semplici che un insegnante può introdurre gradualmente nelle sue lezioni.
Mappe e tecniche del corso sono provenienti dalla psicologia sociale, dalla neurobiologia interpersonale e dalla pedagogia attiva.
Per attivare concretamente il cervello degli studenti, possiamo dire che sono tre i centri di attivazione per rendere attivi gli studenti:
- Attivare con la parola: Una parola circolare come enzima, perché? Prima regola, ridurre i monologhi
- Attivare con le emozioni: Emozioni come forme primarie, perché? È fondamentale non esagerare con la razionalità
- Attivare col corpo: Una miniera ricchissima e sottoutilizzata, perché? Evitare di stare sedentari e solo fermi.
I dieci metodi attivi
Tuttavia, è bene specificare che non esiste un solo modo di attivare il cervello degli studenti allo scopo di renderli partecipi durante la lezione e migliorare l’apprendimento. infatti, possiamo rintracciare fino a 10 metodi attivi:
- Lezione attiva, i tre passi nuvole-terreno-frutti
- Tecniche non direttive
- Giochi di ruolo e mini role-playing
- Cooperative learning
- Misure minimali per l’attivazione del corpo in classe
- L’importanza di scrittura e disegni
- Set di ascolto nella lezione
- Caricare il cervello, tra concretezza, dubbi, curiosità
- Il taccuino pratico dell’insegnante che attiva
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