La didattica a distanza e in presenza

Innanzitutto è doveroso precisare che la didattica online non può essere semplicemente la trasposizione della didattica in presenza, le differenze sono tante, vediamone alcune:

Nella didattica in presenza il tempo scuola e il tempo casa sono distinti nettamente, mentre nella didattica online il confine è labile svolgendosi il tutto all’interno dello stesso ambiente.

Nella didattica a distanza la comunicazione è a doppia verticalità e i ruoli diventano sfumati. Il messaggio che parte dal docente è frutto di un’analisi della tipologia di modello di allievo che si prevede avere di fronte, alla quale segue la progettazione di learning object specifici per la costruzione della lezione.

Nella didattica in presenza un ruolo importante è rivestito dalla prossemica, un ramo della semiotica che studia i gesti, lo spazio e le distanze all’interno della comunicazione sia verbale che non verbale, molto utile per la costruzione degli ambienti di apprendimento; la prossemica, invece, ha un ruolo minimale, se non nullo, nella formazione a distanza.

Un altro aspetto molto importante da tenere in considerazione e la forma della comunicazione. Questo è un aspetto determinante per progettare una lezione efficace, infatti la comunicazione in presenza è estremante differente dalla comunicazione online.

Nella didattica in presenza la comunicazione è circolare e con ruoli ben definiti, il docente trasmette un messaggio, generalmente verbale rafforzato da gesti, che arriva all’allievo e quest’ultimo restituisce un messaggio di feedback immediato, di solito non verbale, sul quale il docente può correggere la propria comunicazione e modificare la propria azione didattica.

L’alunno, una volta studiato i learning object, genera un comportamento reattivo che produce un feedback per il docente a posteriori. Questo tipo di riscontro è utile solo ai fini di tracciamento, statistici, o per sondaggi. Di fatto si crea uno scollamento tra il momento della comunicazione e il momento della ricezione che non permette al docente di poter avviare azioni correttive.

PROGETTARE LA DIDATTICA A DISTANZA

Da quanto abbiamo visto fin qui, è importante comprendere che il punto di partenza della progettazione della didattica a distanza è il cambio del modello di insegnamento/apprendimento.

Non vivendo il contesto classe bisogna partire dalla costruzione del modello di alunno tipo a cui rivolgersi. Da qui poi si costruisce la progettazione didattica.

Non esiste un unico modello di insegnamento/apprendimento, ognuno di essi rappresenta la realizzazione pratica delle diverse teorie dell’apprendimento; ribadiamo che è importante, quindi, idealizzare innanzitutto la tipologia di alunno a cui ci si intende rivolgere e le sue esigenze, una volta chiarite queste necessità si procede con l’individuazione e l’utilizzazione del modello educativo che più si adatta alla tipologia di alunno idealizzato.

Giusto a titolo di esempio possiamo indicare le metodologie della Flipped Education, degli EAS (Episodi di Apprendimento Situato), del Cooperative learning, del Tutoring eccetera.

Qualsiasi modello intendiamo utilizzare è ben comunque avere chiari tre step per l’educazione online:

  • le lezioni, siano esse video pre-registrati o videoconferenze, vanno strutturate in blocchi della durata di non più di 15 minuti;
  • alla videlozione deve seguire un’attività di lavoro da parte degli alunni al fine di consentire il consolidamento delle nozioni appena acquisite;
  • infine una fase di verifica, che può essere anche di autoverifica, per la correzioni di eventuali errori. Quest’ultima fase non va considerata solo come momento valutativo per l’assegnazione di un punteggio, ma va considerato come momento di aggiustamento degli errori che, se fatto a caldo, evita il consolidamento mnestico dell’errore che richiederebbe sforzi maggiori per la sua correzione in futuro.

Detto ciò, è bene essere coscienti che per progettare e realizzare l’azione didattica il docente necessariamente deve possedere un minimo di conoscenze informatiche e tecnologiche. Capire come funzionano e cosa è possibile fare con i vari strumenti a disposizione permette la realizzazione di azioni didattiche più incisive.

Ce lo ricorda bene McLuhan quando afferma che “il mezzo è il messaggio”, vuol dire che il modo in cui riusciamo a comunicare dipende da come abbiamo strutturato il mezzo.

Nella progettazione è bene tenere conto del tipo di interazione che si vuole avere con i propri alunni. Infatti nella didattica online esistono due tipologie di modelli, a bassa o alta interazione.

Il modello a bassa interazione è strutturato in videolezioni pre-registrate (magari sarebbe opportuno avere a disposizione il tracciamento di fruizione per monitorare il lavoro dei propri alunni); in documentazione fornita per lo studio e, infine, test di verifica dell’apprendimento.

Il modello ad alta interazione, invece, oltre alle videolezioni, al materiale da studiare e ai test di verifica, prevede la possibilità di dotarsi di forum di discussione (del tipo colloquiale, disciplinare di supporto, ecc); di chat e videoconferenze; di learning object; TIS (Training Information System); valutazione su LAP (Learning Activity Plan) eccetera.

Una volta terminato il progetto, bisogna individuare gli strumenti informatici più adatti alla sua realizzazione, ce ne sono tantissimi in circolazione che grosso modo si equivalgono. Tra i più diffusi troviamo Skype per le videoconferenze, whatsapp per la chat e piccole videoconferenze (massimo 4 contatti), ma soprattutto la G Suite for Education di Google che offre diversi strumenti utili per la realizzazione di una buona didattica a distanza e forse è quella che meglio si adatta alle esigenze di questo momento sia per la sua facilità di utilizzazione che per la varietà di strumenti a disposizione.

Courtesy by OrizzonteScuola.it

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